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Le nuove frontiere del gaming e delle app per dispositivi mobili, che rendono facile imparare giocando.

Gamification (o ludicizzazione) = usare tecniche e dinamiche collegate ai giochi per risolvere problemi relativi alla vita reale,  aiutandoci nel lavoro, nello studio, ecc.

A pensarci bene non è una novità. Già col Monopoly da piccoli avevamo un piccolo stimolo verso il capitalismo e imparavamo che molti dei prezzi all’interno del mercato immobiliare erano frutto della collocazione geografica dell’immobile in questione.
Poi con l’avvento dei videogiochi abbiamo sperimentato che nel giro di qualche match eravamo in grado di guidare il nostro  Pac-Man verso la salvezza (possibilmente facendo prima fuori i fantasmini).
Abbiamo visto i nostri nipoti e figli imparare le tecniche di gioco di un qualsiasi videogame prima di imparare a leggere e scrivere, e impiegandoci un quinto del tempo che impiegavamo noi. E noi avevamo il doppio dei loro anni!

Ora con la diffusione sempre più capillare delle tecnologie mobili, il gioco può accompagnarci nelle pause pranzo, nei viaggi da e verso il posto di lavoro, e diventa quindi un qualcosa che accomuna più generazioni.

Ma la potenzialità del gaming per ampliare le nostre capacità cognitive è stata dimostrata ormai da molti studi. Nolan Bushnell, guru dei videogiochi dal 1966 e fondatore della Atari nonchè ex datore di lavoro di Steve Jobs e Steve Wozniak, è convinto che questo sia il futuro dei giochi. Sta infatti investendo la sua esperienza e le sue capacità visionarie nei giochi educativi e negli anti-aging games, perchè a quanto sembra, giocare con certi tipi di videogiochi rallenta il deperimento delle facoltà mentali negli anziani.

Questo impiego dei videogames va molto oltre.

In alcuni campi ad alto rischio, diventa fondamentale avere ben presente una serie di procedure e di operazioni da effettuare. Cercare di acquisire dimestichezza sul campo porterebbe sicuramente a conseguenze che potrebbero rivelarsi fatali. In aviazione, ad esempio, si è capita subito l’importanza dei simulatori di volo per acquisire familiarità nella gestione del velivolo e della sua strumentazione.
Un approccio trial-and-error in certi campi sarebbe suicida, pensiamo ad esempio alle operazioni in una centrale nucleare.
Molto meglio un bel videogame (possibilmente 3D) che permetta agli operatori di affrontare le situazioni sul campo con una conoscenza approfondita, ottenuta tramite giochi si simulazione.

Michael Platt della Lockheed Martin, sostiene che non si dovrebbero addestrare le persone affinché facciano le cose giuste, ma affinché smettano di fare le cose sbagliate. E’ un po’ lo stesso principio dei videogames quindi, dove si avanza di livello nel momento in cui si smette di commettere errori. L’industrial gaming si basa sullo stesso principio. Si creano sistemi di autoeducazione basati sul gioco in cui un individuo può avere un feedback istantaneo sulla propria prestazione, andando ad ottimizzarla fino ad ottenere “zero errori”.

Visti i successi degli approcci virtuali nell’incrementare la sicurezza e nell’accelerare l’apprendimento, in un prossimo futuro si avrà molto probabilmente un’espansione esponenziale di questi sistemi. Grazie alle applicazioni di intelligenza artificiale e alle analisi dettagliate possibili tramite gli strumenti per elaborare i big data, le simulazioni diventeranno sempre più accurate e i giochi sempre più mirati. Il loro impatto sulla vita reale sarà molto alto e permetteranno di imparare situazioni reali prima che queste accadano.

In pratica: se vuoi conoscere il reale….diventa virtuale!

 

By INFINITY

E’ meglio avere un sito adattivo-responsivo o uno dedicato ai dispositivi mobili (smartphone, tablet, ecc..)?

Da un punto di vista del risultato finale, un sito creato con un design adattivo-responsivo e uno dedicato alla navigazione mobile non differiscono. In entrambe i casi si sta cercando di intercettare il traffico dei dispositivi mobili quali tablet e smartphone, rendendone facile la navigazione su schermo “piccolo”.

Nel primo caso si usa un unico design che si adatta in tempo reale alle varie dimensioni degli schermi utilizzati per visualizzare il sito, nel secondo caso invece si adotta un design ad hoc che viene proposto come alternativa al design standard del sito  nel momento in cui lo schermo rilevato dal browser è inferiore a una certa dimensione.

Da un punto di vista SEO/SEM però, un approccio con design adattivo è più congeniale perchè tutto il traffico viene visto da Google e dagli altri motori di ricerca come indirizzato ad un unico sito, mentre nel caso di un sito dedicato al mobile, il traffico può essere visto come spezzato su più siti. Ciò è dovuto principalmente al fatto che solitamente i siti per dispositivi mobili hanno un indirizzo nella forma  m.nomedominio.com, che può essere interpretato dai bot dei vari motori di ricerca come un sito distinto da www.nomedominio.com.

Da un punto di vista della navigabilità pura, un sito dedicato al mobile può avere i suoi punti di forza:

  • semplicità di design, è tecnologicamente meno complesso;
  • basso rischio di introdurre comportamenti non desiderati quando la dimensione dello schermo si riduce e si usano browser diversi;
  • ridotto uso della banda grazie a una serie di accorgimenti, come ad esempio l’assenza di contenuto multimediale e l’uso di foto di dimensione ridotta.

Anche un design adattivo-responsivo ha dalla sua alcuni vantaggi consistenti:

  • vantaggi SEO (già menzionati);
  • facilità di gestione perchè si aggiorna un sito solo e non servono, ad esempio, più versioni della stessa foto ecc;
  • più flessibilità, avendo modo di adattare le dimensioni in maniera fluida per ogni smartphone o tablet in circolazione;
  • look & feel migliore.

 

Quindi cosa scegliere?

Noi consigliamo sempre un design adattivo tranne nel caso in cui nelle pagine si vogliano mostrare molti contenuti multimediali  che appesantirebbero molto la navigazione da un dispositivo mobile. Oltre ad un fattore di bellezza e facilità di gestione del sito, bisogna sempre infatti considerare i fattori costo (pochi hanno piani flat per la navigazione in internet) e tempo (in certi punti c’è poca copertura e i tempi di caricamento si allungano), per poter fornire all’utente che naviga il sito la migliore esperienza possibile.

Perciò come linea guida diciamo:

sito con molti contenuti multimediali (video, musica, gallerie fotografiche,…) = sito dedicato ai dispositivi mobili con contenuti ad hoc per l’utenza mobile (foto non HD, meno video, musiche con fedeltà più bassa, ecc…)

sito con non troppi contenuti multimediali e necessità di gestione più semplice = sito adattivo-responsivo

 

By INFINITY

Una delle note dolenti della nostra professione, ma anche spesso una nota dolente per i clienti, è il dover offrire (o richiedere) un preventivo realistico per un sito internet. Quando si parla di siti vetrina, normali siti aziendali o e-commerce con funzioni standard, non ci sono praticamente mai problemi. Con l’esperienza accumulata e un paio di domande ben poste, si è in grado di fornire un preventivo che si rivela quasi sempre corretto al centesimo.

La cosa si fa più complicata quando capitano i clienti che vedono un sito famoso (ecommerce, aste, ecc ,…) e chiedono “Voglio un sito che funzioni come quello”. (Ci scusiamo già da subito con quelli che fanno parte di questa categoria, ma forse voi siete quelli a cui questa lettura risulta più utile)

Non scherzo quando dico che abbiamo ricevuto richieste, ad esempio, per clonare Amazon, chiedendoci se fosse possibile. A parte l’ovvia risposta, cioè “Col budget giusto tutto è possibile su internet!”, ne risulta sempre una discussione col cliente per quanto riguarda le funzionalità del sito, che spesso porta il cliente ad abbandonare la discussione stessa considerandoci  “troppo precisini” per i suoi gusti.

E’ necessario capire una cosa fondamentale: siti come Ebay, Amazon, Facebook, ecc, non sono solo quello che vede l’utente che vi naviga dentro.

Il grosso della progettazione e della programmazione è nel backoffice, cioè nell’insieme di funzionalità che l’amministratore (o gli amministratori) del sito può utilizzare per gestire il sito nella sua interezza e che, di sicuro, nessuno dei sopra citati siti famosi  si mette a divulgare liberamente.

Queste funzionalità noi professionisti le possiamo in parte ipotizzare ma non le possiamo conoscere tutte e per certo!

Sono i clienti che dovrebbero aver studiato il sito che prendono ad esempio e aver già schematizzato il business model e il flusso di azioni necessarie alla gestione del sito stesso, visto che nel 90% dei casi saranno loro stessi a gestirlo.

Esempio pratico.

Cliente: “Voglio un sito che sia tipo Amazon”

Infinity: “Ok. In quante lingue? Deve gestire un cross selling automatizzato o manuale? Ci sarà un amministratore singolo o più amministratori con diritti diversi? Come vengono gestite le spedizioni? E il magazzino? L’assistenza clienti è in outsourcing o la farete internamente? Che statistiche integrate vi servono? …”

Cliente:  *svenimento*

Bisogna ricordare che chi si occupa di sviluppo di siti internet non è uno che si occupa di sviluppo di business, studio di fattibilità, logistica, organizzazione aziendale e planning. O meglio, può anche collaborare o prendersi in carico queste fasi, ma allora non si parla più di preventivo gratuito per un sito e di consulenza informatica, ma di lavoro che inizia (e va pagato) a monte.

In soldoni con un esempio estremo: se un idraulico deve progettare e realizzare l’impianto di scarico dei bagni dei dipendenti di una centrale nucleare in costruzione, non è che prima debba prendersi una laurea in fisica nucleare e spiegare pure come funziona la centrale a chi gli ha commissionato il lavoro!

Se poi si scopre che l’idraulico è effettivamente anche un fisico nucleare in grado di contribuire alla costruzione di una centrale più efficiente, ben venga…ma sicuramente i preventivi per i due lavori che sa svolgere saranno diversi, così come il tipo di rapporto di lavoro nei due casi.

Tornando a noi, per avere preventivi precisi che non vi pongano in balìa di continui ritocchi sul prezzo e che facilitino la vita degli analisti e dei programmatori, cercate sempre di avere le idee molto chiare già prima di contattare un’azienda che sviluppi il vostro sito web. Create qualcosa che assomigli vagamente a un buon vecchio capitolato tecnico: una lista di richieste precise.

Nessuno pretende che voi sappiate se per svolgere una certa operazione sia meglio utilizzare un CMS esistente o svilupparlo da zero, se serve un metodo POST o GET, se per lo scopo è meglio un database mySQL o Oracle…ma che sappiate già se vi serve o meno effettuare quella certa operazione (ad esempio: backup automatico de sito gestibile dall’amministratore) e in che modo volete che sia effettuata sì (ad esempio: inviare una copia del database a un certo indirizzo email o lasciarla sul server in un’area apposita).

Poi sarà compito nostro mettere in discussione, se è il caso, le vostre scelte proponendo delle alternative a nostro giudizio migliori, ma sempre con decisione finale spettante al cliente.

Fate un brain storming di tutte le funzionalità che pensate possano essere utili a un utente che arriva sul vostro sito, di tutte le statistiche che potrebbero essere necessarie all’amministratore del sito per gestirlo meglio eccetera, e poi discutetele con la web agency a cui richiedete il preventivo…..e tutti risparmieranno tempo!

By INFINITY

Non è un’invenzione nuovissima  anche se, fino a poco tempo fa, creare un sito con design adattivo (o responsivo che dir si voglia) era ritenuto un qualcosa da lasciare alle grosse imprese, che non interessava più di tanto le piccole aziende in cerca di un proprio piccolo spazio sulla rete.

Se siete sul web come utenti da almeno un 7-8 anni avrete visto siti internet a dimensione fissa, variabile (che faceva “esplodere” i contenuti sugli schermi grandi), siti troppo piccoli per il vostro schermo, troppo grandi per il vostro schermo, che andavano bene con risoluzione 1024×780, 640×480 (ok, ho un’età io!)…..siti che, se navigati col vostro smartphone, vi permettevano a malapena di vedere un quarto di una foto e un ottavo del menu principale, costringendovi allo slide destra-sinistra (odioso anche su computer)…..o, se avete un vostro sito web, magari siete stati costretti ad avere un sito parallelo versione mobile, più piccolo e agile.
La rigida scelta nell’impostazione del design del sito internet, in pratica, imponeva all’utente il dispositivo su cui guardarlo, ma ora non più.

Grazie al design adattivo, un sito internet può adattarsi (appunto) automaticamente alle dimensioni dello schermo del dispositivo su cui viene visualizzato, mantenendo al contempo una veste grafica più che buona.

Il nuovo standard HTML 5, con la sua flessibilità grafica, sta contribuendo notevolmente alla diffusione dei siti responsivi (o adattivi che dir si voglia!) ma sono gli smartphone, e la diminuzione dei costi nei collegamenti a internet via telefonino, che hanno accelerato l’evoluzione di questa tecnica di programmazione/design portandola alla massa.

Ormai gli utenti che si connettono ai maggiori social network lo fanno prevalentemente tramite smartphone, e avere un sito in grado di conformarsi a questo trend, può dare un margine di competitività ulteriore sulla concorrenza.

E allora quando metterai online il tuo prossimo sito….non essere rigido!

 

by INFINITY

Parliamo di Android…e di chi altrimenti?

Il mondo degli smartphone è molto variegato e fluido. Negli ultimi anni si sono succedute varie famiglie di sistemi operativi dedicati allo sviluppo di applicazioni mobile.
Anche la distribuzione sociale e geografica delle tipologie di smartphone si sta delineando in maniera più chiara, tenendo come caposaldo di scelta del manager affermato e ben pagato il BlackBerry della RIM, un telefono multifunzione molto business oriented e, come scelta dello yuppie tecnologico mago delle startup, il tanto amato o odiato iPhone della Apple.

Geograficamente, in Europa, specialmente nel  Regno Unito e nelle aree del nord, il BlackBerry ha una grossa fetta di mercato che alla RIM sperano di ingrandire grazie all’introduzione di nuovi modelli e accessori.
Negli USA la tecnologia dell’iPhone ha invece superato le vendite dei BlackBerry, confermando una tendenza rilevata già dall’uscita dei primi modelli di casa Apple.

Ma è giusto fare i conti senza l’oste? E, soprattutto, chi è l’oste?

Vi presento Android, il terzo incomodo.
Come potete vedere dal grafico qui sotto, la distribuzione di applicazioni che girano grazie al sistema operativo Android di Google ci indica un’esplosione nella diffusione del robottino verde.

Con circa 80 milioni di unità vendute nel primo trimestre del 2012, il sistema operativo Android “doppia” l’iOS Apple (circa 33 milioni di esemplari, in calo rispetto a fine 2011) e lascia sul posto la RIM coi suoi 10 milioni di esemplari.

Tempo di fare i conti col nuovo arrivato?

By INFINITY

 

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