Spesso ci troviamo a dover implementare soluzioni web da zero, e la cosa ci dà molta soddisfazione, pur ammettendo che è più complesso di quando si parte da una piattaforma standard (tipo WordPress).

Tipicamente chi richiede una soluzione basata su WordPress, infatti, sa già come funziona il sistema e quali sono le sue limitazioni, i pregi e i difetti. In quel caso l’elenco delle richieste di funzionalità (o capitolato tecnico, come si diceva quando c’erano ancora le mezze stagioni) sono molto concise. La maggior parte delle volte siamo addirittura noi a proporre un elenco di quello che il sito dovrebbe fare. Bastano pochi scambi di email per poter iniziare ad implementare la soluzione.

Quando però si parla di soluzioni create ad hoc (o anche di sviluppo di software non relativo a internet) le cose si complicano. Non potendo essere esperti in ogni campo, possiamo solo proporre qualche funzione tipica di altri siti che fanno cose simili. Ad esempio l’autenticazione degli utenti tramite nome e password è richiesta praticamente sempre quando c’è di mezzo un ecommerce.

Entrando però nel dettaglio, è il cliente che deve fare la fatica maggiore, perché deve riuscire a farci capire quello che vuole ottenere. Deve riuscire a mettere per iscritto, con la nostra assistenza, quello che ha in testa e che non riesce a comunicarci telepaticamente!

Il miglior suggerimento per essere in grado di effettuare questo tipo di analisi è molto semplice, almeno in teoria.

Bisogna immedesimarsi.

Ad esempio: mi metto nei panni di un cliente potenziale del mio ecommerce. Arrivo sul sito. Vedo lo slideshow in alto. Mi basta uno slogan all’inizio, poi sarei colpito nel vedere i prodotti che vendono di più. Potrebbe essere utile un sistema che automaticamente mi mette nello slideshow i primi tre best seller.
Oppure: sono sempre nei panni del cliente, mi piace il sito, ma ho poco tempo da perdere, vorrei poter ordinare senza dovermi registrare. Serve un sistema che permette di ordinare anche senza effettuare la registrazione completa.
Oppure: mi metto nei panni dell’amministratore del sito. Saremo in molti a gestire il sito. Voglio che ci sia un amministratore generale, che può creare altri amministratori secondari. Per tracciare eventuali errori ecc, voglio che ogni volta che viene modificato un ordine, rimanga traccia di chi ha eseguito la modifica.

Gli esempi sono infiniti. Quello che è importante è sempre il cercare di mettersi nei panni di chi usa e gestisce il sito. È un esercizio molto utile anche perché ci costringe a pensare a delle funzionalità che magari ci sembrano fantastiche su due piedi, ma che poi capiamo essere inutili per il buon funzionamento del sito!

In tutto questo processo, però, non sarete mai soli. Ci saremo anche noi!*

by Infinity

* però mai tra le 23 e le 6 del mattino! :-)

Una regola d’oro per far sì che il proprio sito (che sia WordPress o .NET o quant’altro) venga realizzato in maniera veloce e soddisfacente: cercare il design che meglio si adatta ai vostri contenuti e non, come avviene spesso, adattare i contenuti al design che si è scelto.

Proprio così. Può sembrare strano ma accade spesso che un cliente si presenti con un design in mano, soprattutto quando si tratta di temi WordPress preconfezionati, ma senza avere la minima idea del contenuto che vorrebbe inserire nel proprio sito.

Oltre ad essere un modo “pericoloso” per portare avanti un progetto dal punto di vista della strategia di comunicazione che si vuole adottare, è un modo che rischia di essere molto dispendioso per il cliente.

Guardiamo da un punto di vista logico le parti base di un sito internet: il contenuto (cioè la struttura dei menu, i testi, le immagini, i video,…) e il contenitore, cioè la tecnologia da utilizzare, il tipo di layout eccetera.

Il contenuto va pensato e creato. Può essere creato dal cliente stesso e poi magari rimaneggiato dalla web agency (soprattutto per una questione di SEO), o può essere creato direttamente da dei professionisti sulla base degli input del cliente. Va da sé che questa è una fase che va affrontata comunque, che sia prima o dopo aver approntato il contenitore.

Perché quindi è più corretto affrontarla prima, addirittura prima di decidere chi farà il sito?

Principalmente per due fattori.
Il primo è squisitamente pratico: visto che nella maggior parte dei casi si impiega molto a concludere un sito internet perché il committente tarda nel fornire e/o nell’approvare i contenuti, avere i contenuti già pronti e quindi già approvati (almeno per la maggior parte) accorcia i tempi di conclusione dei lavori.

Il secondo è più tecnico ma molto molto importante. Cercare di adattare i contenuti ad un design può creare problemi sia da un punto di vista dell’impaginazione (caso tipico: ho troppe voci nel menu, il menu mi va a capo), che dal punto di vista della trasmissione dell’informazione (ho poco spazio per dire quello che vorrei dire!).  Questo fattore porta con sè anche una conseguenza economica: spesso infatti è necessario far perdere molte ore di lavoro a chi deve adattare il contenitore al contenuto, vanificando così il tentativo di risparmiare utilizzando templates ecc.

Beninteso: non c’è nulla di male nell’utilizzo di templates e grafiche preconfezionate personalizzabili. Ma per poter scegliere quella che meglio si adatta alle esigenze del sito che si va a costruire è necessario aver pianificato i contenuti in maniera il più possibile vicina alla realtà.

E perché no, magari cercate la grafica più adatta facendovi aiutare dal professionista o dall’agenzia a cui volete affidare il lavoro!

By Infinity

Carl Icahn è un famoso corporate raider con un patrimonio che supera i 20 miliardi di dollari, e la sua Ichan Enterprises è il suo braccio “armato” per riuscire negli obiettivi che da anni persegue. Tali obiettivi si possono riassumere come: entrare cospicuamente nei consigli di amministrazione delle grosse corporations e spingerle verso il cambiamento.

Il cambiamento, per un corporate rider, significa rilanciare o smembrare un’azienda quasi sempre indebitata o sottovalutata in borsa.

L’obiettivo di Icahn per il 2013 era (ed è) la Apple. Vorrebbe infatti riuscire a prenderne il controllo tramite l’acquisizione di un numero sufficiente di azioni per poi forzare la compagnia ad usare gli utili per ripagare gli investitori riacquisendo la proprietà di buona parte delle azioni emesse (buyback).

Questa strategia ha sicuramente un impatto positivo sul portafoglio degli azionisti nel breve termine. In questa eventualità infatti si avrebbe un immediato innalzamento del valore delle azioni, a tutto vantaggio di quelle persone che le vogliono vendere.

 

Qual’è il rovescio della medaglia?

Tale approccio è sicuramente proficuo se adottato con aziende sull’orlo del baratro o con aziende a basso livello tecnologico, ma diventa molto rischioso se applicato ad un’azienda come la Apple.

La Apple vive (come tutte le aziende del settore) di ricerca e innovazione, design, tecnologia e visione futuristica combinati. Come tutte le realtà aziendali ad altissimo tasso tecnologico, Apple è un “gigante dai piedi di silicio” che deve combattere a suon di idee con una concorrenza più che agguerrita. Le aziende di questo tipo hanno spesso un successo iperbolico, ma la loro base rimane un prodotto per certi versi effimero. Non si parla infatti di una compagnia che produce un bene primario come ad esempio derrate alimentari di qualche tipo, che non rischiano praticamente mai di andare fuori moda, qui si tratta di essere sempre un passettino avanti agli altri tecnologicamente, ma anche a livello di immagine.

Quindi usare i guadagni per ricomprare le proprie azioni, invece che per perseguire gli obiettivi di miglioramento dei prodotti, potrebbe essere, sul lungo termine, una scelta suicida.

Ci sarebbero un’infinità di modi migliori per reinvestire il capitale, anche idee pazze come quella di abbassare drasticamente i prezzi dei dispositivi utilizzando gli introiti sarebbero, alla lunga, più paganti. Ciò infatti permetterebbe la penetrazione del brand ad un livello ancora maggiore e, di conseguenza, anche dei servizi accessori forniti da Apple, che col tempo darebbero modo di recuperare il mancato guadagno.  Anche cercare di acquisire o di costruire una propria  rete di comunicazione cellulare potrebbe essere un modo intelligente per rinforzare l’azienda.

Staremo a vedere se Tim Cook saprà resistere a Carl Icahn!

By INFINITY

Una delle note dolenti della nostra professione, ma anche spesso una nota dolente per i clienti, è il dover offrire (o richiedere) un preventivo realistico per un sito internet. Quando si parla di siti vetrina, normali siti aziendali o e-commerce con funzioni standard, non ci sono praticamente mai problemi. Con l’esperienza accumulata e un paio di domande ben poste, si è in grado di fornire un preventivo che si rivela quasi sempre corretto al centesimo.

La cosa si fa più complicata quando capitano i clienti che vedono un sito famoso (ecommerce, aste, ecc ,…) e chiedono “Voglio un sito che funzioni come quello”. (Ci scusiamo già da subito con quelli che fanno parte di questa categoria, ma forse voi siete quelli a cui questa lettura risulta più utile)

Non scherzo quando dico che abbiamo ricevuto richieste, ad esempio, per clonare Amazon, chiedendoci se fosse possibile. A parte l’ovvia risposta, cioè “Col budget giusto tutto è possibile su internet!”, ne risulta sempre una discussione col cliente per quanto riguarda le funzionalità del sito, che spesso porta il cliente ad abbandonare la discussione stessa considerandoci  “troppo precisini” per i suoi gusti.

E’ necessario capire una cosa fondamentale: siti come Ebay, Amazon, Facebook, ecc, non sono solo quello che vede l’utente che vi naviga dentro.

Il grosso della progettazione e della programmazione è nel backoffice, cioè nell’insieme di funzionalità che l’amministratore (o gli amministratori) del sito può utilizzare per gestire il sito nella sua interezza e che, di sicuro, nessuno dei sopra citati siti famosi  si mette a divulgare liberamente.

Queste funzionalità noi professionisti le possiamo in parte ipotizzare ma non le possiamo conoscere tutte e per certo!

Sono i clienti che dovrebbero aver studiato il sito che prendono ad esempio e aver già schematizzato il business model e il flusso di azioni necessarie alla gestione del sito stesso, visto che nel 90% dei casi saranno loro stessi a gestirlo.

Esempio pratico.

Cliente: “Voglio un sito che sia tipo Amazon”

Infinity: “Ok. In quante lingue? Deve gestire un cross selling automatizzato o manuale? Ci sarà un amministratore singolo o più amministratori con diritti diversi? Come vengono gestite le spedizioni? E il magazzino? L’assistenza clienti è in outsourcing o la farete internamente? Che statistiche integrate vi servono? …”

Cliente:  *svenimento*

Bisogna ricordare che chi si occupa di sviluppo di siti internet non è uno che si occupa di sviluppo di business, studio di fattibilità, logistica, organizzazione aziendale e planning. O meglio, può anche collaborare o prendersi in carico queste fasi, ma allora non si parla più di preventivo gratuito per un sito e di consulenza informatica, ma di lavoro che inizia (e va pagato) a monte.

In soldoni con un esempio estremo: se un idraulico deve progettare e realizzare l’impianto di scarico dei bagni dei dipendenti di una centrale nucleare in costruzione, non è che prima debba prendersi una laurea in fisica nucleare e spiegare pure come funziona la centrale a chi gli ha commissionato il lavoro!

Se poi si scopre che l’idraulico è effettivamente anche un fisico nucleare in grado di contribuire alla costruzione di una centrale più efficiente, ben venga…ma sicuramente i preventivi per i due lavori che sa svolgere saranno diversi, così come il tipo di rapporto di lavoro nei due casi.

Tornando a noi, per avere preventivi precisi che non vi pongano in balìa di continui ritocchi sul prezzo e che facilitino la vita degli analisti e dei programmatori, cercate sempre di avere le idee molto chiare già prima di contattare un’azienda che sviluppi il vostro sito web. Create qualcosa che assomigli vagamente a un buon vecchio capitolato tecnico: una lista di richieste precise.

Nessuno pretende che voi sappiate se per svolgere una certa operazione sia meglio utilizzare un CMS esistente o svilupparlo da zero, se serve un metodo POST o GET, se per lo scopo è meglio un database mySQL o Oracle…ma che sappiate già se vi serve o meno effettuare quella certa operazione (ad esempio: backup automatico de sito gestibile dall’amministratore) e in che modo volete che sia effettuata sì (ad esempio: inviare una copia del database a un certo indirizzo email o lasciarla sul server in un’area apposita).

Poi sarà compito nostro mettere in discussione, se è il caso, le vostre scelte proponendo delle alternative a nostro giudizio migliori, ma sempre con decisione finale spettante al cliente.

Fate un brain storming di tutte le funzionalità che pensate possano essere utili a un utente che arriva sul vostro sito, di tutte le statistiche che potrebbero essere necessarie all’amministratore del sito per gestirlo meglio eccetera, e poi discutetele con la web agency a cui richiedete il preventivo…..e tutti risparmieranno tempo!

By INFINITY