Da almeno un paio d’anni, sia per i siti basati su WordPress che per gli altri, si dice che il contenuto è il re, “content is king”. Ma con la diffusione capillare dei dispositivi mobili di navigazione e con la sempre crescente concorrenza presente in tutti i settori lavorativi, la situazione si è un po’ modificata.

Uno dei parametri più importanti per gli algoritmi di classificazione di Google è la velocità del sito. Quindi un sito veloce, a parità di contenuti, si piazzerà meglio su Google rispetto ad un sito più lento.

A questo punto iniziano i problemi. WordPress è una grande piattaforma che ormai si può usare per un numero vastissimo di tipologie di siti, ma come siamo messi a prestazioni in termini di velocità?

Male, no bene….dipende!

Possiamo subito dire che per sua stessa natura un sito WordPress non potrà mai essere veloce come un sito fatto su misura in PHP (stesso linguaggio usato per WordPress). Non è una questione di preferenze, è così perché WordPress, essendo molto flessibile, è composto da moduli standard che vanno a ingrandire la dimensione delle pagine anche quando non vengono utilizzati. Se poi ai moduli standard aggiungiamo magari qualche plugin per avere funzionalità extra, la cosa si accentua ancora di più.

Utilizzando un tool per la misurazione della velocità dei siti (Pingdom – https://tools.pingdom.com) il nostro sito aziendale basato su WordPress ha impiegato in media 1.8 secondi a caricare la homepage completa.
Un (vecchio) sito fatto su misura per un cliente anni fa, pur avendo anch’esso parecchie immagini in homepage, ha però impiegato 0.8 secondi a caricare la homepage. Meno della metà del tempo!

Sì, 1.8 secondi è comunque un buon tempo, anche in questo momento storico di siti super veloci.  Nella maggior parte dei casi però, i siti che vediamo fatti con WordPress sono più nell’ordine dei 4-6 secondi per il caricamento delle pagine, con picchi che arrivano anche a 8.

Dovete abbandonare WordPress per questo? No.

A meno che non abbiate esigenze di velocità particolarmente elevate (soprattutto con alti volumi di traffico), potete usare WordPress senza problemi ma con alcuni accorgimenti.

Beh, diciamo che a parte rivolgervi a dei professionisti (tipo noi, tremendo marchettone!), potete provare a eseguire le seguenti manovre:

  1. Limitate il numero dei plugin installati. Tenete pulita l’installazione eliminando tutto quello che non vi serve e cercate comunque di usarne il numero minore possibile. Tra l’altro andrete ad aumentare anche la sicurezza del sito.
  2. Limitate il numero di plugin in funzione. Ci sono certi plugin che non necessitano di funzionare sempre. Un tipico esempio sono quelli che controllano che i link siano funzionanti (tipo Broken Link Checker). Quando aggiornate il vostro sito (Cioè spesso! Mi raccomando!) attivatelo e fatelo girare, se è tutto a posto poi disattivatelo. Questo tipo di plugin consuma molte risorse di sistema, che su un hosting condiviso vuol dire rallentare il sito.
  3. Ottimizzate SEMPRE le immagini per internet. Se potete fate in modo che si carichino in maniera progressiva, così che non si veda mai uno schermo bianco mentre la vostra pagina si sta caricando nel browser. Se potete utilizzate Photoshop, ma esistono anche buoni tool gratuiti (tipo questo: http://luci.criosweb.ro/riot/download/)
  4. Se avete un hosting condiviso, cercate di non infilarci troppi siti. Altrimenti scatta la limitazione delle risorse macchina.
  5. Usate plugin di caching per velocizzare il caricamento delle pagine.
  6. Esistono plugin per la velocizzazione dei siti wordpress. Provatene qualcuno (o scriveteci per un consiglio). Eseguono alcune operazioni per ottimizzare lo scaricamento dei fogli di stile css e dei Javascript, andando ulteriormente a velocizzare il sito.

Tutti questi consigli  vi daranno ciascuno dei guadagni marginali di velocità, che però andando a sommarsi faranno la differenza per la velocità complessiva del vostro sito WordPress, e quindi per il vostro posizionamento. Il contenuto è sì il re, ma a meno che non abbiate dei contenuti che sono i più originali al mondo sugli argomenti che trattate, nessuno aspetterà 10 secondi per poterli leggere.

Meglio ottimizzare!

By INFINITY

Chiariamo subito una cosa per evitare le solite “guerre” tra chi ama e chi odia un certo sistema: amiamo WordPress! Non abbiamo problemi ad utilizzarlo per i nostri clienti, pure il nostro sito è fatto con WordPress! Utilizziamo tranquillamente tecnologie .NET, PHP e WordPress per i siti che creiamo, quindi possiamo dire che ci piacciono tutte, a seconda delle circostanze. Il nostro unico intento è di spiegare quando questo CMS può essere usato senza problemi e quando no.

WordPress è un sistema gratuito, altamente flessibile e, per qualche motivo, molto gradito agli algoritmi di Google. Dopo un periodo di apprendimento relativamente breve, il più breve tra i CMS più comuni, si è in grado non solo di gestire i contenuti di un sito WordPress, ma anche di modificarne la struttura e le funzionalità. Si possono infatti installare componenti aggiuntivi (plugins)  che svolgono le funzioni più diverse, dalla creazione di form di contatto alla gestione dei backup del sistema ecc.

Perché allora non utilizzarlo sempre?

Diciamo che serve capire che tipo di sito si sta andando a creare e, soprattutto, il tipo di cliente che effettuerà la gestione del sito.

L’idea che WordPress sia solo una buona piattaforma per il blogging ormai è superata. E’ possibile infatti realizzare anche ecommerce e siti istituzionali con questa piattaforma gratuita, ma comunque vi sono delle limitazioni che non la rendono sempre adatta a tutto:

  • WordPress viene continuamente aggiornato, cosa che può essere sia positiva che negativa. Positiva perché vuol dire che c’è una costante ricerca di miglioramento. Negativa perché dà l’idea di un continuo apparire di buchi nella sicurezza del sistema, cosa che potrebbe non renderlo molto appetibile a realtà in cui la sicurezza è fondamentale o dove non ci sia un personale addestrato alla gestione degli aggiornamenti. Non è garantita la compatibilità al 100% quando si effettua un aggiornamento (ecco perché è buona norma eseguire un backup completo prima di aggiornare il sistema), e succede che alcuni plugin non funzionino più in seguito;
  • La comunità che sviluppa i plugin per WordPress è molto vivace e se ne trovano tantissimi gratuiti. Però non esiste un vero controllo sulla qualità dei plugin che vengono resi disponibili, molti dei quali lasciano molto a desiderare in termini di prestazioni e sicurezza. Anche per i plugin, la compatibilità con le varie versioni di WordPress non è assolutamente garantita, quello che si installa lo si installa a proprio rischio e pericolo;
  • È possibile utilizzare dei pacchetti per la gestione dell’ecommerce preconfezionati e configurabili, in cui però le varie versioni non hanno lo stesso livello di maturità e sicurezza già raggiunti dalle tecnologie utilizzate per i siti completamente custom;
  • È un sistema scalabile, può essere ampliato nelle sue funzionalità, ma manca quasi sempre (soprattutto nei prodotti gratuiti) il processo di sviluppo e testing dedicato, che invece viene fatto dalle aziende che sviluppano soluzioni personalizzate, che garantisce degli standard di affidabilità;
  • È un sistema che ha dei grossi limiti quando si hanno molti utenti collegati al sito nello stesso istante, vanno ottimizzati alcuni parametri e serve un hosting di un certo livello per migliorarne le prestazioni. Ma per sua architettura interna WordPress è un passo indietro ad altri sistemi e tecnologie quando si parla di utenti simultanei (c’è di buono che devono essere veramente molti per metterlo in crisi sul serio!);
  • Per collegarsi al punto precedente: un sito WordPress che abbia buoni volumi di traffico e funzionalità non proprio basilari (plugin per SEO, ecommerce, molti cron jobs,…) consuma molte risorse dal lato server e quindi le sue prestazioni calano molto se si ha un piano di hosting condiviso;
  • È molto ben visto dagli algoritmi di Google (almeno in questo periodo) ma i siti creati con WordPress, come già spiegato, possono essere veramente molto lenti, andando a influire negativamente sul numero di visite al sito e sul suo ranking (Google gradisce i siti veloci). La possibilità di ottimizzare la velocità del sito tramite caching ha ridotto il divario, ma un sito creato ad hoc tende ad essere comunque molto più veloce di uno creato con WordPress.

 

A livello di clienti che gestiscono il sito invece bisogna considerare altri fattori quali:

  • La propensione del cliente alla gestione di un sistema che, in molti casi, ha molte più funzionalità del necessario e che quindi offre molte più possibilità al cliente di apportare modifiche involontarie e distruttive al sito. WordPress si apprende abbastanza velocemente se ci si applica, ma comunque più lentamente di un sito custom, proprio in virtù della sua flessibilità;
  • La capacità di seguire procedure di aggiornamento dei contenuti, aggiornamento di prodotti ecommerce eccetera che, sempre a causa della grandissima versatilità di WordPress, possono risultare laboriose e lente. I sistemi completamente custom possono infatti essere meno flessibili, ma essendo basati sulle esigenze reali del cliente, ed essendo le procedure (ad esempio di inserimento di prodotti in un ecommerce) ottimizzate per quel tipo di sito con quel tipo di gestore, risultano di più facile utilizzo. Le possibilità del gestore vengono limitate allo stretto necessario, andando così ad annullare quasi completamente la possibilità di errori che siano pericolosi per l’intero sistema;
  • La capacità di imparare velocemente ad utilizzare strumenti di gestione del sito (ad esempio i backup), che possono essere meno intuitivi nel loro utilizzo;
  • La frequenza di aggiornamento e uso del sito da parte del cliente che lo gestisce. Si potrebbe, ad esempio, aver installato un plugin che richiede un update critico per la sicurezza del sito. In quel caso un cliente che passa mesi senza entrare nel sito come amministratore, sarebbe esposto a grossi rischi. Inoltre, nel caso non si apportino modifiche frequenti, si incorre nel rischio di dimenticare le procedure di aggiornamento del sito. Questo è uno dei punti più dolenti per WordPress. Possiamo dire che un sito creato ad esempio con .NET, può funzionare per anni senza bisogno di aggiornamenti al core, ma semplicemente con aggiornamenti (patches) che possono essere effettuati sul lato server dall’azienda che gestisce l’hosting. WordPress obbliga ad un rapporto più “stretto” con il CMS da parte del proprietario/gestore

Possiamo insomma dire che WordPress è un prodotto valido con un ottimo rapporto costi/benefici ma che non può essere l’unico tipo di opzione.

Bisogna valutare le esigenze in termini di gestibilità e sicurezza. Bisogne capire la propensione del cliente alla gestione diretta del sito: potrebbe infatti essere meglio proporre anche un pacchetto di servizi relativi alla gestione del sito, cosa che ha un costo ma che fa risparmiare tempo al cliente.

In generale per i siti istituzionali “vetrina”, che cioè mostrano una realtà aziendale senza vendere direttamente online e senza particolari esigenze di sicurezza e aggiornamenti, non ci sono mai controindicazioni a WordPress. Se però iniziano ad esserci richieste per funzionalità molto particolari o che devono essere molto sicure, o per procedure di gestione del sito che siano a misura del cliente, senza fronzoli inutili ecc, o di prestazioni particolarmente efficienti in termini di velocità e multiutenza, allora WordPress può iniziare a stare stretto.

By INFINITY