Chiariamo subito una cosa per evitare le solite “guerre” tra chi ama e chi odia un certo sistema: amiamo WordPress! Non abbiamo problemi ad utilizzarlo per i nostri clienti, pure il nostro sito è fatto con WordPress! Utilizziamo tranquillamente tecnologie .NET, PHP e WordPress per i siti che creiamo, quindi possiamo dire che ci piacciono tutte, a seconda delle circostanze. Il nostro unico intento è di spiegare quando questo CMS può essere usato senza problemi e quando no.

WordPress è un sistema gratuito, altamente flessibile e, per qualche motivo, molto gradito agli algoritmi di Google. Dopo un periodo di apprendimento relativamente breve, il più breve tra i CMS più comuni, si è in grado non solo di gestire i contenuti di un sito WordPress, ma anche di modificarne la struttura e le funzionalità. Si possono infatti installare componenti aggiuntivi (plugins)  che svolgono le funzioni più diverse, dalla creazione di form di contatto alla gestione dei backup del sistema ecc.

Perché allora non utilizzarlo sempre?

Diciamo che serve capire che tipo di sito si sta andando a creare e, soprattutto, il tipo di cliente che effettuerà la gestione del sito.

L’idea che WordPress sia solo una buona piattaforma per il blogging ormai è superata. E’ possibile infatti realizzare anche ecommerce e siti istituzionali con questa piattaforma gratuita, ma comunque vi sono delle limitazioni che non la rendono sempre adatta a tutto:

  • WordPress viene continuamente aggiornato, cosa che può essere sia positiva che negativa. Positiva perché vuol dire che c’è una costante ricerca di miglioramento. Negativa perché dà l’idea di un continuo apparire di buchi nella sicurezza del sistema, cosa che potrebbe non renderlo molto appetibile a realtà in cui la sicurezza è fondamentale o dove non ci sia un personale addestrato alla gestione degli aggiornamenti. Non è garantita la compatibilità al 100% quando si effettua un aggiornamento (ecco perché è buona norma eseguire un backup completo prima di aggiornare il sistema), e succede che alcuni plugin non funzionino più in seguito;
  • La comunità che sviluppa i plugin per WordPress è molto vivace e se ne trovano tantissimi gratuiti. Però non esiste un vero controllo sulla qualità dei plugin che vengono resi disponibili, molti dei quali lasciano molto a desiderare in termini di prestazioni e sicurezza. Anche per i plugin, la compatibilità con le varie versioni di WordPress non è assolutamente garantita, quello che si installa lo si installa a proprio rischio e pericolo;
  • È possibile utilizzare dei pacchetti per la gestione dell’ecommerce preconfezionati e configurabili, in cui però le varie versioni non hanno lo stesso livello di maturità e sicurezza già raggiunti dalle tecnologie utilizzate per i siti completamente custom;
  • È un sistema scalabile, può essere ampliato nelle sue funzionalità, ma manca quasi sempre (soprattutto nei prodotti gratuiti) il processo di sviluppo e testing dedicato, che invece viene fatto dalle aziende che sviluppano soluzioni personalizzate, che garantisce degli standard di affidabilità;
  • È un sistema che ha dei grossi limiti quando si hanno molti utenti collegati al sito nello stesso istante, vanno ottimizzati alcuni parametri e serve un hosting di un certo livello per migliorarne le prestazioni. Ma per sua architettura interna WordPress è un passo indietro ad altri sistemi e tecnologie quando si parla di utenti simultanei (c’è di buono che devono essere veramente molti per metterlo in crisi sul serio!);
  • Per collegarsi al punto precedente: un sito WordPress che abbia buoni volumi di traffico e funzionalità non proprio basilari (plugin per SEO, ecommerce, molti cron jobs,…) consuma molte risorse dal lato server e quindi le sue prestazioni calano molto se si ha un piano di hosting condiviso;
  • È molto ben visto dagli algoritmi di Google (almeno in questo periodo) ma i siti creati con WordPress, come già spiegato, possono essere veramente molto lenti, andando a influire negativamente sul numero di visite al sito e sul suo ranking (Google gradisce i siti veloci). La possibilità di ottimizzare la velocità del sito tramite caching ha ridotto il divario, ma un sito creato ad hoc tende ad essere comunque molto più veloce di uno creato con WordPress.

 

A livello di clienti che gestiscono il sito invece bisogna considerare altri fattori quali:

  • La propensione del cliente alla gestione di un sistema che, in molti casi, ha molte più funzionalità del necessario e che quindi offre molte più possibilità al cliente di apportare modifiche involontarie e distruttive al sito. WordPress si apprende abbastanza velocemente se ci si applica, ma comunque più lentamente di un sito custom, proprio in virtù della sua flessibilità;
  • La capacità di seguire procedure di aggiornamento dei contenuti, aggiornamento di prodotti ecommerce eccetera che, sempre a causa della grandissima versatilità di WordPress, possono risultare laboriose e lente. I sistemi completamente custom possono infatti essere meno flessibili, ma essendo basati sulle esigenze reali del cliente, ed essendo le procedure (ad esempio di inserimento di prodotti in un ecommerce) ottimizzate per quel tipo di sito con quel tipo di gestore, risultano di più facile utilizzo. Le possibilità del gestore vengono limitate allo stretto necessario, andando così ad annullare quasi completamente la possibilità di errori che siano pericolosi per l’intero sistema;
  • La capacità di imparare velocemente ad utilizzare strumenti di gestione del sito (ad esempio i backup), che possono essere meno intuitivi nel loro utilizzo;
  • La frequenza di aggiornamento e uso del sito da parte del cliente che lo gestisce. Si potrebbe, ad esempio, aver installato un plugin che richiede un update critico per la sicurezza del sito. In quel caso un cliente che passa mesi senza entrare nel sito come amministratore, sarebbe esposto a grossi rischi. Inoltre, nel caso non si apportino modifiche frequenti, si incorre nel rischio di dimenticare le procedure di aggiornamento del sito. Questo è uno dei punti più dolenti per WordPress. Possiamo dire che un sito creato ad esempio con .NET, può funzionare per anni senza bisogno di aggiornamenti al core, ma semplicemente con aggiornamenti (patches) che possono essere effettuati sul lato server dall’azienda che gestisce l’hosting. WordPress obbliga ad un rapporto più “stretto” con il CMS da parte del proprietario/gestore

Possiamo insomma dire che WordPress è un prodotto valido con un ottimo rapporto costi/benefici ma che non può essere l’unico tipo di opzione.

Bisogna valutare le esigenze in termini di gestibilità e sicurezza. Bisogne capire la propensione del cliente alla gestione diretta del sito: potrebbe infatti essere meglio proporre anche un pacchetto di servizi relativi alla gestione del sito, cosa che ha un costo ma che fa risparmiare tempo al cliente.

In generale per i siti istituzionali “vetrina”, che cioè mostrano una realtà aziendale senza vendere direttamente online e senza particolari esigenze di sicurezza e aggiornamenti, non ci sono mai controindicazioni a WordPress. Se però iniziano ad esserci richieste per funzionalità molto particolari o che devono essere molto sicure, o per procedure di gestione del sito che siano a misura del cliente, senza fronzoli inutili ecc, o di prestazioni particolarmente efficienti in termini di velocità e multiutenza, allora WordPress può iniziare a stare stretto.

By INFINITY