Da anni ormai viene ripetuto che la Search Engine Optimization (SEO) è morta.
Ma è proprio vero? La risposta non è semplice, a voler riassumere il tutto con una parola verrebbe da dire NI.
Se da una parte è vero che Google cerca di privilegiare sempre di più i contenuti (come si dice nell’ambiente “Content is King”), dall’altra non si può prescindere da quella che è l’analisi delle keywords, dai link provenienti dall’esterno (e dalla loro qualità), e da un lavoro che si compone di mille particolari tecnici che cambiano di continuo.
Per fare un esempio di un semplice particolare tecnico si pensi al nome del dominio di un sito. Fino a 4-5 anni fa poteva essere un fattore chiave, e veniva utilizzato da molti “personaggi” per portare traffico ad un sito che magari parlava di viagra ma che poteva avere come nome dominio venditaautousate.com.
Oggi fortunatamente non è più così, mentre ad esempio un fattore che può contribuire al posizionamento di un sito (anche se in minima parte) è l’età di un dominio, visto che si presuppone che se un nome dominio esiste da 10 anni, non si tratti di un sito truffa.
In pratica la SEO è diventata enormemente più complessa e bisogna stare sempre più attenti a non cadere in qualche trappola che può portare il proprio sito ad essere penalizzato da Google.
Inoltre i fattori che influenzano il piazzamento su Google sono sia esterni che interni al sito stesso: la presenza sui social network (da non abbandonare!), la codifica del sito (WordPress et similia o codice custom?), il layout del sito, il fatto di poterlo navigare da dispositivi mobili (che arriveranno presto a generare il 30% del traffico totale), il server su cui ci si appoggia, la velocità del sito stesso, la frequenza degli aggiornamenti….e molti, moltissimi altri parametri.
A questo va ad affiancarsi un Google che vuole sempre più controllare le prime posizioni sulle proprie pagine, convertendo tutti gli utenti all’utilizzo di AdWords.
Quindi il vecchio modo di fare SEO, con miriadi di link da siti casuali, testi dei link troppo legati alle parole di ricerca, testo nascosto nelle pagine eccetera è DEFUNTO, ma un nuovo tipo di SEO, che parte dalla gestione dei contenuti del sito e arriva ai social, è possibile e si rivela spesso fruttuoso (per capire quanto può valere una SEO, è possibile fare riferimento a questo articolo).
La parola “spesso” è stata usata per un motivo che non ci stancheremo mai di ripetere: non credete a chi vi parla di risultati sicuri al 100%! Basta un cambiamento nell’algoritmo di Google (che chiaramente non sarà svelato fino a dopo la sua applicazione), per trovarsi dalla prima pagina alla decima o addirittura ad essere cancellati dal motore di ricerca completamente, soprattutto se si è cercato di fare i furbi.
By INFINITY