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Da sempre quando si parla di Search Engine Marketing (SEM) e Search Engine Optimization (SEO) per posizionare un sito su Google, il primo pensiero di chi si occupa di queste tematiche corre ai mitici algoritmi di classificazione dei siti web.

Sono gli algoritmi, e il loro livello di comprensione da parte delle persone coinvolte nel marketing, che contano. Come già spiegato in un post precendente, chiunque prometta risultati sicuri al 100% per una campagna SEM, sta promettendo al proprio cliente la Luna, a rischio di rimanere scottato.

Basta un cambiamento negli algoritmi per generare una morìa di siti internet e sconvolgere i posizionamenti, almeno fino a quando non si iniziano a capire i nuovi meccanismi.

E il cambiamento è arrivato!

L’onda lunga del cambiamento è partita nel 2011, quando Google ha presentato la prima Panda upgrade, che ha decimato i siti che si promuovevano con backlinks di scarso valore. Nel Marzo del 2012 Google ha poi presentato una nuova release dell’algoritmo Panda che ha fatto strage di network di blogging, altro strumento creato a suo tempo per generare backlinks.

Queste reti di blog, oltre ad essere nate con il solo scopo di generare backlinks avevano, e hanno, un difetto principale: dei pessimi contenuti!

Nell’Aprile di quest’anno, Google ha rilasciato la Penguin update, atta a scoprire le tecniche di backlink scorrette all’interno dei siti stessi, colpendo non solo i blog quindi. Gli effetti sono già visibili.

Ma come si fa allora per essere spinti in alto da Google ed essere trovati dai potenziali clienti?

La risposta in linea teorica è molto semplice ed è quello che da sempre si dovrebbe fare. Tutte le release di Panda e Penguin che Google ha reso operative e che creerà nel prossimo futuro sono volte ad un solo scopo: premiare i siti che hanno dei buoni contenuti e che sono aggiornati.

Va da sè che ora come ora, l’asset più prezioso per un’azienda che vuole veramente avere un proprio spazio online sono i contenuti di qualità. Una cosa che (lo si nota navigando in siti con contenuti vecchi, con errori di ortografia e di grammatica madornali, con tipologie di font e combinazioni di colori improponibili, traduzioni in inglese che non hanno nè capo nè coda)….è più facile a dirsi che a farsi!

La gestione dei siti internet in outsourcing, soprattutto per i contenuti, diventerà una realtà sempre più presente, specialmente per quelle aziende medio-piccole che non hanno al loro interno persone qualificate per gestire il sito in maniera strategica.

 

by INFINITY

SEO è diventata la parola, anzi l’acronimo, più alla moda per chi vuole un sito internet: SEO (Search Engine Optimization, insieme a SEM – Search Engine Marketing), ottimizzazione del sito per i motori di ricerca, anche se si fa sempre riferimento a Google come motore principe.

Sì discute molto di quanto possa costare una SEO organica, cioè fatto senza annunci a pagamento su Google, che sono a turnazione (non si è ai primi posti 24 ore al giorno), che spesso non sono cliccati dagli utenti che preferiscono i risultati “centrali”, che possono costare un bel po’ e che a volte vedono i siti penalizzati nel caso in cui si decida di smettere di pagare.

Molti clienti non si rendono conto dell’inutilità delle campagne da 100 euro l’anno, magari con promessa di risultato al 100% (cosa impossibile, basta un cambiamento negli algoritmi di Google per sconvolgere la cosa), e spesso alla fine della fiera spendono molti  soldi in anni di SEO sbagliato e Google ads, per ottenere risultati spesso transitori (quando ci sono!).

Una SEO seria ha un costo spesso impegnativo e non ha mai garanzie al 100% (ricordiamoci però che è un impegno COSTANTE e che per i migliori risultati va fatto MANUALMENTE), ma quali sono i benefici?

Pensiamo ai costi in cui molte aziende incorrono per una presenza sulle pagine gialle (e simili) online e cartacee, e prendiamo ad esempio l’esperienza di un nostro cliente.

Per essere in quelle online servono circa 2.000 euro l’anno, per mezza pagina di pubblicità sul cartaceo  si spendono circa 14.000 euro annui.

E cosa si ottiene? Di fare parte di un elenco telefonico “business” con un minimo di informazione, con valenza provinciale (almeno il cartaceo), in cui non è neanche possibile mostrare il proprio portfolio o i propri prodotti.

Cosa offre invece la SEO?
Un posizionamento vantaggioso su motori di ricerca, il cui uso ha di gran lunga superato quello degli elenchi cartacei, la possibilità di operare a livello nazionale o mondiale, la possibilità di essere trovati da persone o aziende che sono proattive, cioè che stanno effettivamente cercando QUEL prodotto o QUEL servizio. Tutto questo è molto diverso dalla pubblicità di massa su carta stampata e altri mezzi, che viene “sparata” verso tutti indiscriminatamente.

Nell’esperienza di un nostro cliente è successo quanto segue: mantenimento dell’azienda nell’elenco online delle pagine gialle, niente rinnovo dello spazio sul cartaceo, seo mirato anche se alcune parole di ricerca erano generiche (tipo “mobili ufficio” e simili).

Risultato: risparmio di circa 6.000 euro, posizionamento raggiunto per 6 parole chiave in prima pagina (15 contando anche pagina 2) su Google, 50 richieste di preventivo in più nei 12 mesi, da tutta Italia, che si sono tradotte in una ventina di clienti in più. Dopo aver finito il servizio per 12 mesi, il sito è comunque rimasto in ottima posizione e lo è ancora oggi dopo oltre un anno (ok, questo ultimo punto è probabilmente dovuto anche alla fortuna e al fatto che la concorrenza non si è mossa).

Certo, il gioco deve valere la candela, spendere 100 per un anno di SEO per quadagnare 80 in più dell’anno prima può non essere molto sensato, ma nella maggior parte dei casi i benefici, soprattutto sul medio e lungo termine, superano di gran lunga i costi.

by INFINITY