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Domanda che spesso ci viene posta: perchè il marketing tradizionale fallisce?

I mezzi utilizzati per il marketing tradizionale sembrano soccombere uno dopo l’altro col passare del tempo.
Come riportato dalla prestigiosa Harvard Business Review nell’articolo del 9 Agosto 2012, dal titolo “Marketing is dead” (Il Marketing è morto), strumenti quali pubblicità, branding, PR eccetera, stanno fallendo miseramente nel loro compito principale.

I consumatori si sono evoluti con l’evolversi della rete, e sono passati dall’essere passivamente soggetti alle varie forme di marketing, all’essere soggetti attivi, che si informano, cercano e confrontano in rete le offerte legate a un determinato prodotto.

Si può dire tranquillamente che i mezzi di marketing tradizionale non hanno più senso nel mondo dei social network, dove il passaparola digitale diventa un mezzo potentissimo e a misura di persona. Non si tratta infatti di venditori che cercano di piazzare l’ultimo prodotto, ma di persone nelle stesse condizioni, spesso con gli stessi interessi, che parlano di prodotti che vorrebbero acquistare con altre persone che hanno già acquistato o che sono più esperte nel campo.

Quali saranno le risposte per il futuro?

Prevedere cosa diventerà il marketing non è cosa semplice, ma una linea guida su tutte si sta imponendo, e si imporrà sempre di più, nel prossimo futuro. Il “capitale sociale” delle aziende, inteso come il network di clienti che a loro volta hanno un network di amici e così via, diventerà sempre più importante al crescere della concorrenza. Le aziende dovranno preoccuparsi non solo di vendere, ma di mantenere delle comunità online attive e vivaci, che possano contribuire anche con un onesto feedback a migliorare i servizi o i prodotti offerti dall’azienda stessa. Le aziende dovranno inoltre preoccuparsi di mantenere un occhio di riguardo verso quegli utenti che noi chiamiamo hub (concentratori), cioè quelli che per propria inclinazione tendono ad avere grandi reti sociali a cui partecipano con entusiasmo.

Quando concepite l’idea del vostro sito internet dunque, andate sempre oltre il semplice aspetto grafico, occupatevi molto di interazione coi vostri clienti e di cura dei contenuti per mantenere alto l’interesse dei clienti stessi.

By INFINITY

rif.  http://blogs.hbr.org/cs/2012/08/marketing_is_dead.html

 

Sofisticato mezzo di controllo sociale da parte di multinazionali e governo USA o mezzo di comunicazione che ha superato (quasi) tutti i confini nazionali?
Con i suoi più di 800 milioni di utenti Facebook è comunque un fenomeno planetario che, dopo soli 8 anni di vita, promette di mostrare al mondo l’IPO più grande mai vista nella storia del capitalismo.

Le sue fonti di guadagno sono molteplici: la pubblicità su Facebook fa la parte del leone, ma bisogna anche tenere conto dei notevoli introiti (si racconta siano il 20% del totale) dovuti a Zynga e alle sue applicazioni ludiche. Ma molti sottovalutano quella che forse è la risorsa più grande di Facebook, il contenuto generato dagli utenti che fa girare tutto il social universe che Facebook rappresenta.

Nel 2010 tale valore era calcolato in 1.86 miliardi di dollari, un’enormità, ma grazie a questi contenuti il fatturato di Facebook nel 2011 ha superato i 3.7 miliardi di dollari. Ma se si guardano alle cifre stimate per questa IPO sembrano nulla. Stiamo infatti parlando di un valore iniziale di 100 miliardi di dollari, 30 volte il valore del fatturato.

Sembrerebbe tutto fantastico, ma non poche voci sono scettiche riguardo la capacità futura di Facebook di mantenere degli alti fatturati e dividendi.

Un po’ preoccupano le sempre più frequenti cause per violazione della privacy intentate verso l’azienda di Zuckerberg a causa dell’impossibilità di vedere i propri dati cancellati dal network (sì, Facebook conserva tutto, vecchie chat, foto cancellate ecc).

Un po’ preoccupa la possibilità che il social network non riesca sfondare in Paesi come Cina e Brasile dove subisce una forte concorrenza.

Un po’ preoccupa il fatto che si pensa che abbia ormai raggiunto la massa critica nei Paesi occidentali, dove molti account vengono addirittura cancellati.

Un po’ preoccupa che Facebook abbia iniziato a sperimentare metodi  per  far pagare certi servizi ai propri utenti  (Fonte C-net: http://news.cnet.com/8301-17852_3-57433340-71/why-facebook-may-soon-cost-you-money/).

Fattostà che alcuni guru della finanza (uno per tutti Warren Buffett) si sono detti scettici rispetto al fatto che Facebook possa mantere le promesse di guadagno per gli investitori, e anche rispetto al fatto che non possa essere soppiantato da ulteriori social network.

Dopotutto siamo certi che  Facebook  sia il top a cui può aspirare un social network o, usando un’immagine cinematografica, per ogni Skynet c’è sempre un John Connor?

by INFINITY